Il secondo terreno di analisi riguarda i modi in cui la verità si può intendere come prova, in diversi ambiti che vanno dalla ricerca storica alla sperimentazione scientifica, fino al contesto giudiziario. Campo di battaglia di prospettive realistiche o scettiche, il terreno della prova fa emergere il ruolo delle fonti, degli indizi e dell’osservazione, dei meccanismi di verifica e delle procedure condivise, ponendo inoltre la questione del carattere manipolabile non solo della scrittura, ma anche delle immagini, con i temi della messa in scena e della fabbricazione dei falsi, specie nella documentazione.
Tre sono i luoghi eminenti di queste dinamiche: l’archivio (dove si pone la questione dei documenti e della verità storica), il laboratorio (dove emerge il carattere sociale e costruttivo della pratica scientifica, l’accessibilità democratica e l’accreditamento delle teorie) e il tribunale (che conferisce al tema delle prove uno statuto del tutto particolare in vista della elaborazione di una “verità giudiziaria”).
Connesso al tema della ricerca storica è un aspetto che immette in prima battuta entro la sfera pubblica, dove si gioca nell’epoca attuale una delle partite più rilevanti rispetto alla questione di cosa sia verità. L’uso pubblico e l’attendibilità delle fonti implicano infatti orientamenti differenti, e posizioni delicatissime, sul passato storico e la memoria collettiva. La diffusione di politiche “negazionistiche” – in particolare nei media online, non solo in riferimento alla Shoah, e non solo accademiche, ma anche di Stato – spinge a riflettere su questo aspetto della verità, là dove il suo carattere convenzionale non può far perdere di vista la realtà incontrovertibile degli accadimenti.
Il secondo filone riguarda una caratteristica essenziale dei discorsi di verità, che chiedono di venire messi alla prova secondo modi e procedure condivisi. È questa la ragion d’essere della ricerca scientifica, il cui impatto pubblico è sotto gli occhi di tutti, ma che deve contemperare accessibilità democratica e accreditamento delle teorie. Michele De Luca [guarda il video] ne ricostruirà ragioni e prospettive. La complessità della prova in ambito scientifico emergerà nel dibattito tra Lucia Votano e Antonio Zoccoli [guarda il video] (moderati da Marco Cattaneo), che mostreranno come in fisica i ricercatori vadano in cerca di “rivelazioni”, seguendo tracce di interazioni tra particelle che non sono di per sé osservabili, ma di cui si possono osservare i prodotti (in collaborazione con Istituto Nazionale di Fisica Nucleare).
Ragionamento trasversale alle discipline, la questione della prova è fondamentale non solo in laboratorio, ma anche in un altro luogo dove la verità viene messa in gioco, ossia il tribunale: Luigi Ferrajoli [guarda il video] farà vedere come la verità processuale sia raggiunta attraverso un confronto tra prove di cui sia garantita la confutabilità. Come indicherà Christian Delage [guarda il video] attraverso i casi di alcuni celebri processi internazionali (da Norimberga al Tribunale internazionale de L’Aja), il tema dell’attendibilità è particolarmente delicato nel caso di prove audiovisive, per le quali la questione della manipolabilità e i sospetti di messa in scena richiedono specifici meccanismi di verifica.
Ciò conduce alle analogie e alle differenze tra verità processuali e verità storiche, segnalando soprattutto l’uso controverso che si fa dei fenomeni storici, tenendo presente, come mostrerà Luciano Canfora [guarda il video], che la fabbrica dei falsi, nella documentazione, è sempre in attività. Il dilagare di opinioni negazionistiche, ormai non tanto negli ambienti di ricerca, quanto nei media online, è fenomeno cui si risponde con una rinnovata attenzione all’affidabilità delle prove: ne discuteranno Annette Wieviorka[guarda il video], in un intervento sull’impegno alla trasmissione della testimonianza, e Marcello Flores [guarda il video] che ricostruirà una mappa globale dei negazionismi.
Una delle esigenze di prova che maggiormente pervadono l’attuale fase dei rapporti tra politica e comunicazione – dovuta alle trasformazioni tecnologiche e ai social media – è il cosiddetto “fact checking”: Anna Maria Lorusso [guarda il video] ne mostrerà la complessità, da sciogliere con una versione della verità fondata sui criteri di accuratezza e affidabilità.
“Filo-logia”, cioè amore per il “logos” e la parola, per la prova e l’argomentazione, è d’altronde, come sosterrà Ivano Dionigi [guarda il video], ben più che una disciplina, ma un vero e proprio compito di ricerca, di cittadinanza e di umanità.
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