Concerto in Mi maggiore per violino, archi e basso RV 269 (la primavera Op. VIII n. 1) Concerto in Fa maggiore per flauto traverso, archi e basso RV 433 (la tempesta di mare Op. X n. 1) Concerto "per violino principale et altro violino per eco in lontano" in La maggiore RV 552 Concerto in sol minore per flauto traverso, archi e basso RV 439 (la notte Op. X n. 2)
Intervallo
Sinfonia "Al Santo Sepolcro" in minore RV 169 Concerto in La maggiore per violino, archi e basso RV 335 (il rosignolo) Concerto in Si Bem maggiore per archi e basso RV 163, (Conca Op. VIII n. 1) Concerto in Re maggiore per flauto traverso, archi e basso RV 428 (il gardellino Op. X n. 3)
L'Arte dell'Arco Federico Guglielmo - violino e direzione Marcello Gatti - flauto traversiere barocco Giovanni Guglielmo (altro violino solo), Elisa Imbalzano - violini I Carlo Lazari, Silvia Rinaldi, Elisa Imbalzano, Laura Scipioni - violini II Massimo Piva - viola Francesco Montaruli - violoncello Massimo Mauthe - violone Nicola Reniero - cembalo
Antonio Vivaldi nei suoi concerti "a programma" filtra immagini, situazioni, sensazioni fondendole in un'unica azione musicale. Compositore eccezionale nel panorama settecentesco, si libera delle forme schematiche tardo barocche per ricreare una stagione dell'anno, uno scenario naturale, un elemento spaziale, uno stato notturno, delle voci zoomorfe, un corteo sacro… un vero teatro nella Natura. Ad una lettura veloce o superficiale questa silloge di Concerti e Sinfonie potrebbe risultare poco più che una successione di alcuni tra i più noti e celebrati "successi" del Prete Rosso nel genere strumentale. Ed in effetti non è un caso se proprio questi brani sono divenuti nel tempo veri e propri emblemi dello stile vivaldiano. Probabilmente - come spesso accade per le composizioni musicali più note al grande pubblico - la scelta di un titolo pregnante e suggestivo è stata decisiva per la "consacrazione" di questi concerti. Si può tuttavia star certi che, anche privati del loro significato squisitamente "extramusicale", essi non avrebbero perso nulla del loro fascino. Si tratta infatti di composizioni che, pur concise nell'esposizione e talvolta stringate nelle dimensioni, risultano sempre straordinariamente evocative e capaci di sorprendere, per giunta mai essendo ripetitive o tantomeno sovrabbondanti. E' quindi chiaro quanto la chiave dei sensi sia quella ideale per suggerire e stimolare diverse possibilità di lettura per questi opere. Dallo sfrenato, e quasi sensualmente rievocato risveglio della "Primavera", per poi passare alla fragilità della condizione umana esposta alle intemperie della natura nella "Tempesta di mare" (non solo quindi onde marine accompagnate ed evidenziate dalle dinamiche orchestrali …) il tema dei sensi si svela, o si nasconde di volta in volta dietro ogni singolo pentagramma. È nei fin troppo evidenti e facili richiami della "Notte" veneziana ora raggelante e paurosa, ora ebbra ed irrefrenabile. È nei lontani suoni che propiziavano le precipitazioni atmosferiche della antica "Conca" (una conchiglia marina verosimilmente trasformata in rudimentale strumento musicale con un bocchino di stagno ammirata da Vivaldi durante il suo viaggio in Boemia) e poi ancora nella natura gioiosa e solare de "Il Gardellino" - affidato alle nobili cure del flauto traverso - e del suo rivale "Rosignolo" (ma poteva anche con disinvoltura editoriale trattarsi di un Cucù, come riportato in una coeva stampa inglese …) in cui invece il ruolo di narratore della rappresentazione è affidato al più effervescente violino. Il Concerto "per eco in lontano" è invece probabilmente (nonostante, o proprio attraverso l'esteso utilizzo degli effetti d'eco) un sorprendente concerto "di bravura" per 2 violinisti, pensato per le Figlie della Pietà ed eseguito in occasione del festeggiamento musicale per Federico Cristiano di Sassonia in visita alla Pietà il 21 marzo 1740. Prima la "sfida" si palesa con richiami lontani, in cui il violino "in eco" (probabilmente nascosto all'uditorio) riprendeva gli assoli del "principale" per poi svisarli e modificarli e poi, nel Larghetto centrale l'interazione addirittura diviene complicità, in un dialogo serrato, sia pure a distanza. Federico Guglielmo
L'ensemble L'Arte dell'Arco è stato fondato nel 1994 su iniziativa di Federico e Giovanni Guglielmo che, in qualità di primo violino, si alternano come concertatori. Il suo principale obiettivo è quello di presentare sotto una nuova luce la musica barocca italiana, con una particolare attenzione ai compositori della Repubblica Serenissima di Venezia. Grazie ad un organico variabile L'Arte dell'Arco si dedica ad un repertorio che spazia da Gabrieli a Tartini e può impegnarsi nella ricerca e nella rivalutazione di opere oggi dimenticate. Sin dalle prime apparizioni discografiche con Dynamic/Musica Antica L'Arte dell'Arco ha ricevuto i più importanti riconoscimenti, dal Premio Internazionale del Disco Antonio Vivaldi di Venezia alle segnalazioni di riviste specializzate quali Repertoire, Diapason, Gramophone, Fanfare, Fono Forum, Cd Classica ed Amadeus. Attualmente l'ensemble è impegnato con Dynamic nella prima registrazione mondiale integrale dei Concerti per violino di Tartini. I primi dodici volumi di questo progetto, la cui realizzazione prevede trenta cd in un ciclo decennale, sono già stati pubblicati. Dal 1997 L'Arte dell'Arco incide anche per Deutsche Harmonia Mundi/BMG Classics. Per la registrazione di alcuni programmi l'ensemble ha invitato Christopher Hogwood - attualmente suo Primo Direttore Ospite - come concertatore e continuista. Da segnalare nelle stagioni 2005-2006 i tour di concerti in Giappone ed Estremo Oriente e la presenza in numerosi festival in Italia, Austria, Germania ed Olanda. I progetti futuri includono concerti e registrazioni con artisti quali Michala Petri, Hidemi Suzuki, Emma Kirkby, Vivica Genaux, Gemma Bertagnolli, Christopher Hogwood, Anthony Pay e Bob van Asperen. In questa stagione L'Arte dell'Arco presenta anche numerose nuove incisioni con CPO (Vivaldi, Concerti per Anna Maria; Handel, Musica sull'Acqua e Musica per i Reali Fuochi d'Artificio; Vivaldi, La Stravaganza e Concerti per strumenti a pizzico), Dynamic (Tartini, Concertos vol.13 e 14) ed un progetto su Veracini per Amadeus.
Nato a Padova nel 1968, Federico Guglielmo ha iniziato lo studio del violino con il padre e si è diplomato al Conservatorio B. Marcello di Venezia. Ha poi frequentato masterclasses di violino, musica da camera e direzione d'orchestra con Salvatore Accardo, Vladimir Spivakov, Isaac Stern, il Beaux Arts Trio, il Trio di Trieste, i quartetti: Amadeus, Italiano e La Salle e Gianluigi Gelmetti. Incoraggiato da Christopher Hogwood, si è presto dedicato allo studio della prassi esecutiva ed all'esecuzione su strumenti barocchi e classici. Ha vinto numerosi premi in concorsi in Europa (Parigi, Londra) e Nord America (Toronto) ed in particolare ha ottenuto il Primo Premio nel Concorso Internazionale Vittorio Gui di Firenze. E' presente nelle maggiori sale e festival di Italia e di tutto il mondo, Musikverein di Vienna, Wigmore Hall a Londra, Società del Quartetto di Milano, Accademia Santa Cecilia a Roma, Auditorio Nacional di Madrid, Herkuleesaal a Monaco di Baviera, Isaac Stern Auditorium alla Carnegie Hall di New York, Suntory, Hall, Opera City e Bunka Kaikan a Tokyo, Izumi e Symphony Hall ad Osaka, Teatro Colon di Buenos Aires. Ha diretto (esibendosi anche quale solista) orchestre quali The Academy of Ancient Music a Londra, The Handel & Haydn Society a Boston, la Tokyo Chamber Orchestra, l'Orchestra di Padova e del Veneto, l'Orchestra da Camera di Mantova e l'Orchestra Filarmonica di Gran Canaria. Nel 1994 ha fondato L'Arte dell'Arco, gruppo specializzato nella musica Veneziana del diciassettesimo e del diciottesimo secolo. Ha registrato più di novanta cd per Deutsche Harmonia Mundi, BMG Classics, Chandos, ASV, CPO, Stradivarius, Pavane, Denon Nippon Columbia, Altus, Velut Luna, Musicaimmagine, Tactus e Dynamic. Queste incisioni hanno ottenuto grandi riscontri dalla critica tra cui, per ben due volte, il Premio Internazionale del Disco A. Vivaldi di Venezia. Federico Guglielmo è attualmente titolare di musica d'insieme per archi al Conservatorio U. Giordano di Foggia e tiene vari corsi di violino barocco in tutta l'Italia. Suona frequentemente su un violino di A. Stradivari gentilmente concesso da una collezione privata
e su un violino barocco di B. Calcanius (Genova, 1710).
Marcello Gatti si è diplomato in flauto traverso presso il Conservatorio "F.Morlacchi" di Perugia nel 1986, cominciando giovanissimo ad interessarsi al flauto traversiere e alla musica antica. Tra il 1991 e il 1998 ha studiato con Barthold Kuijken presso il Conservatorio Reale dell'Aia (Olanda), dove ha ottenuto il diploma di solista con menzione speciale. Svolge da anni una intensa attività concertistica che lo ha portato ad esibirsi in tutta Europa, America, Giappone, Australia e Medio Oriente presso le più prestigiose istituzioni musicali. Viene regolarmente invitato a suonare con alcune delle più rinomate formazioni europee specializzate in musica antica tra cui Cantus Coelln, Zefiro, Le Concert de Nations, Armonico Tributo, Das Kleine Konzert, Ensemble Elyma, Amsterdam Baroque Orchestra, Attaingnant Consort, Piccolo Concerto Wien, Concerto Köln spaziando dal repertorio rinascimentale a quello barocco e classico. Collabora regolarmente con la Cappella della Pietà de' Turchini, l'Ensemble Aurora, l'Accademia Bizantina, l'Academia Montis Regalis. Ha fondato La Corte Ideale per affrontare il repertorio solistico. Ha svolto numerose registrazioni discografiche in ambiti solistici, cameristici e orchestrali (Arcana, Symphonia, Harmonia Mundi, Deutsche Grammophon, Aeolus, Ambroisie, Opus 111, Erato, Tactus, Chandos, Dynamic, Bongiovanni, Agorà) che hanno riscosso sempre ampi consensi e apprezzamenti dalla critica e dal pubblico. Si dedica con entusiasmo all'insegnamento presso istituzioni specializzate nella didattica degli strumenti antichi quali il Conservatorio di Vicenza, l'Accademia Internazionale della Musica di Milano, Corsi di Musica Antica di Urbino, Centro di Musica Antica Pietà de' Turchini di Napoli.
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