«Il generale Garibaldi, ferito all’Aspromonte, ebbe una lunga convalescenza, come si sa. Quello che si sa molto meno è che usò la sua immobilità per scrivere un poema. Un poema autobiografico, il cui incipit è concepito a Caprera, e che racconta le proprie gesta, dalle guerre d’America a quelle d’Europa, in endecasillabi sciolti.
Se di Garibaldi sono abbastanza noti i romanzi, quasi sconosciuto è il poema autobiografico. Che, indipendentemente dalle qualità letterarie, ci restituisce, come fa sempre la poesia, il sentimento e l’emozione privata del guerriero. E ci illumina su alcuni momenti sentimentali, come nei versi che raccontano la morte di Anita, oppure ci accompagnano tra i bagliori della battaglia di Palermo.
Tutta l’impresa americana, e tutta l’impresa dei mille sono raccontate, rivissute, celebrate in versi dal Generale. Integrando i versi del poema, opportunamente ridotti e montati, con brani dell’autobiografia in prosa, seguiamo lo svolgersi delle vicende e soprattutto lo stile dell’uomo, nella sua scrittura oggettiva e soggettiva, in un turbinoso viaggio. Intonandosi alla musica di una banda.
La musica, saranno le arie che Garibaldi aveva in mente e nel cuore: la fanfara, la banda, e i temi d’opera che accompagnano il viaggio di Garibaldi. Temi ampiamente presenti nei repertori delle bande popolari, e non a caso: il dna della musica nazionale, che si ritrova nelle bande, ha radici anch’esso risorgimentali. Il Maestro Fabio Battistelli ha con me individuato i momenti di interazione tra partitura musicale e testo poetico, e su quello schema è possibile declinare la musica a secondo del repertorio di ogni banda che abbia un certo numero di arie ottocentesche in repertorio. E in genere l’Inno di Garibaldi ne fa parte.»
David Riondino
David Riondino, artista versatile, ha lavorato dieci anni alla Biblioteca Nazionale di Firenze, ha scritto per la satira, ha composto musica, ha lavorato per il cinema, il teatro e la televisione. Artisticamente nasce con la generazione dei cantautori degli anni Settanta, quindi collabora come verseggiatore satirico a riviste ormai storiche come Tango, Il male, Cuore, nonché a Comix e il Manifesto. Nel cinema interpreta molte pellicole fra cui Kamikazen (1987) e Cavalli si nasce (1989), mentre la sua prima regia è Cuba Libre (1997), realizzato in collaborazione con la scuola di cinematografia dell'Avana. Singolare anche la sua attività in televisione dove partecipa a trasmissioni innovative come Lupo solitario, Fuori orario, L'araba fenice, Velisti per caso, Bulldozer o di grande audience come Quelli che il Calcio e Maurizio Costanzo Show. In teatro, dopo il precocissimo debutto allo Zelig, realizza innumerevoli spettacoli da solo o in collaborazione con Paolo Rossi, Sabina Guzzanti, Paolo Bessegato, Antonio Catania, Milo Manara e Dario Vergassola con complessi bandistici o gruppi di strumentisti jazz o classici. Dalla Stagione 1999-2000 è consulente artistico del Teatro degli Illuminati di Città di Castello; dal 1997 è direttore artistico della rassegna Il Giardino della Poesia di San Mauro Pascoli e, dal 1999, del Festival del Mare, che si svolge in varie località della riviera romagnola. E' direttore artistico del Fossombrone teatro Festival e del Francigena festival. Nel 2006 fonda l'Accademia dell'Ottava che ha come obbiettivo il recupero della tradizione orale toscana.
Paolo Bessegato studia alla Scuola del Piccolo Teatro di Milano, al fianco di Giorgio Strehler (di cui è stato assistente alla regia, al teatro alla Scala, ne L’amore delle tre melarance di Prokofiev) e Dario Fo (recitando ne L’histoire du soldat di Stravinskij). Tra le sue più notevoli interpretazioni: Tartufo nel Tartufo di Molière, Jimmy Porter in Ricorda con rabbia di Osborne, Basilio ne La vita è sogno di Calderon de la Barca, Admeto nell' Alcesti di Euripide, Adelchi nell' Adelchi di Manzoni, Corrado ne La morte civile di Giacometti…
Ha condotto vari seminari di recitazione e regia presso la Scuola d’Arte Drammatica “Paolo Grassi” di Milano, il Centro Teatrale Bresciano e al corso di scenografia tenuto da Margherita Palli, presso la Nuova Accademia di Belle Arti di Milano.
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