Negli anni Sessanta, prima della contestazione giovanile del ‘68, si potevano scrivere canzoni comiche solo ponendo molta attenzione a non toccare certe tematiche che erano ritenute, nell’ambito del mercato discografico, inopportune e passibili di censura radiotelevisiva.
Per i Gufi – alfieri del cabaret italiano attivi tra il 1964 e il 1969 – questa regola aurea dell’industria dell’intrattenimento non faceva testo e, fin dagli esordi, non esitarono a ironizzare addirittura sul tabù ultimo, quello della morte, anche naturalmente in chiave anticlericale, per sottrarre alla Chiesa il monopolio da essa rivendicato sulle questioni di fine vita, nonché per criticare, più o meno sottotraccia, le convenzioni e gli atteggiamenti della conformistica società italiana dell’epoca.
Lo spettacolo dei Gotturni è costruito come un viaggio surreale in una notte di fine settimana in cui gli artisti, cantando, ballando e “sparando” sorprese, ci conducono dal cimitero - luogo ideale per l’amore - alla tristezza del fast-food, dalla stazione deserta al Commissariato, dal viveur aspirante suicida al piazzale della chiesa con borghesia spettegolante al funerale, dai gatti delusi in amore ai cantastorie della mattina della festa.
La Compagnia teatrale “I Gotturni” nasce negli anni ’80 grazie alla professionalità ed esperienza del suo fondatore Claudio Messini. Oltre a numerosi spettacoli sempre ottimamente accolti dalla critica, I Gotturni recuperano un antico amore, ovvero quello per I Gufi ed il loro repertorio macabro e surreale. Ne nasce "Notte da Gufi", con la collaborazione e regia dello stesso Nanni Svampa, spettacolo con il quale I Gotturni calcano le scene nazionali e si esibiscono in teatri prestigiosi, ottenendo grandi consensi di pubblico e critica.
Nel corso degli anni I Gotturni si sono distinti nel panorama italiano grazie ad innumerevoli allestimenti teatrali, confermandosi come una delle realtà più interessanti nell’ambito del cabaret musicale.
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