Luoghi di interesse artistico o culturale e iniziative non incluse in programma osserveranno aperture straordinarie. Siamo lieti di segnalare le più significative al pubblico del festival.
Largo Porta Sant’Agostino, 337
Ingresso gratuito
La Galleria Estense di Modena, erede della plurisecolare vicenda di collezionismo d’arte legato alla famiglia degli Este, è una delle più importanti e più antiche Gallerie Nazionali d’Italia. Ad una ricchissima quadreria si aggiungono un’importante raccolta grafica (disegni, stampe, matrici silografiche), una sceltissima collezione di sculture, antiche e moderne, una significativa selezione di arti decorative (metalli, vetri, avori, maioliche, ceramiche, mobili e arredi) e una delle più cospicue raccolte numismatiche del mondo (monete antiche e moderne, medaglie e placchette, sigilli, coni e punzoni).
La raccolta trae origine dalle favolose collezioni degli Este, dapprima marchesi, poi duchi di Ferrara, che si trasferirono nel 1598 a Modena, dove le raccolte vennero prevalentemente alloggiate nel nuovo e sontuoso Palazzo Ducale, edificato a partire dal 1630 attorno ad un nucleo di origine medievale.
Le collezioni riflettono i poliedrici e raffinati gusti degli Este, indirizzati non solo alla pittura e alla scultura, ma anche verso le antichità e le arti decorative, la grafica e la numismatica. Particolarmente significativo è il nucleo della quadreria, che presenta soprattutto capolavori della pittura emiliana dal XIV al XVIII secolo, da Cosmè Tura al Correggio, dai Carracci a Guercino a Guido Reni.
Dopo il trasferimento degli Este a Modena le raccolte si arricchirono grazie al lascito testamentario del cardinale Alessandro d’Este (1624) e poi soprattutto grazie all’energia e all’ambizione del duca Francesco I d’Este (1629-1659), il quale per incrementare la Galleria Ducale non esitò a sottrarre importanti pale d’altare da numerose chiese del ducato. A lui si devono i due maggiori capolavori che la Galleria conserva, il suo ritratto ad opera di Diego Velazquez (1638-1639) e il meraviglioso busto in marmo di Gian Lorenzo Bernini (1650-51). In seguito alla perdita dei cento dipinti più preziosi, ceduti nel 1746 all’Elettore di Sassonia (sono tuttora conservati nella Gemäldegalerie Alte Meister di Dresda), i duchi si adoperarono per restituire splendore alle collezioni attraverso acquisti e incamerando opere provenienti dal territorio modenese e reggiano.
Dopo il drammatico periodo delle spoliazioni napoleoniche, le raccolte si arricchirono ulteriormente attraverso doni, lasciti e acquisti, fra i quali quello della collezione Obizzi nel 1822. Nel 1854 la Galleria fu aperta al pubblico nella storica sede di Palazzo Ducale. Lasciata in eredità alla città dall’ultimo duca, Francesco V d’Austria-Este, la Galleria venne in seguito trasferita nel monumentale Palazzo dei Musei, già Albergo dei poveri, destinato ad ospitare le più importanti istituzioni culturali della città (il Museo Lapidario Estense, la Civica Biblioteca d’arte “Luigi Poletti”, l’Archivio Storico Comunale, i Musei Civici, la Biblioteca Estense).
Nella nuova collocazione la rinnovata Galleria Estense venne riaperta al pubblico nel 1894, dopo un’importante opera di riordino a cura di uno dei maggiori storici dell’arte italiani, Adolfo Venturi, che nel 1882 aveva pubblicato un volume, tuttora fondamentale, sulla storia delle collezioni estensi. Grazie all’infaticabile attività dei suoi diversi direttori, in particolare di Giulio Bariola al principio del Novecento, il museo ha proseguito in un’attiva politica di acquisizioni, mirate in particolare al recupero di opere provenienti dall’antico patrimonio estense. L’attuale aspetto della Galleria è il frutto di un importante lavoro di riassetto museografico ad opera dell’architetto Leone Pancaldi realizzato fra il 1968 e il 1975, sottoposto in anni recenti ai necessari adeguamenti per rimanere al passo con le nuove esigenze del pubblico.
Nelle tre giornate del FestivalFilosofia la Galleria Estense osserverà i seguenti orari:
Venerdì 15 settembre ore 8.30-22.00
Sabato 16 settembre ore 8.30-22.00
Domenica 17 settembre ore 14.00-22.00
Visite guidate tematiche: sabato 16 settembre ore 16.00 e ore 21.00
Le mani dell’artista. Scultura in terracotta nel Rinascimento
Impronte, segni, graffi: le tracce lasciate dagli scultori sulle opere della Galleria Estense ci fanno risalire alle loro tecniche e idee, in una fase di intenso dibattito sul confine tra Arte e techne.
A cura di Federica Muzzarelli e Andrea Mammola
Gallerie Estensi
Tel. 059 4395711
ga-esten@beniculturali.it
www.gallerie-estensi.beniculturali.it
Largo Porta Sant’Agostino, 337
Biblioteca dinastica per antonomasia, creata per volere dei signori di Ferrara già sul finire del XIV secolo, rimane ad essi strettamente legata fino al dissolvimento del ducato. Costituita da un numero ragguardevole di miniature e di opere di interesse letterario, storico e artistico fin dall'epoca del marchese Niccolò III, viene accresciuta in epoca rinascimentale da Leonello, Borso, Ercole e Alfonso, che l'arricchiscono di importantissimi manoscritti e di preziose edizioni a stampa. In seguito alla convenzione faentina, con la quale gli Estensi cedono Ferrara al Pontefice, la biblioteca viene trasferita dal castello di Ferrara a Modena, divenuta la nuova capitale nel 1598.
Nonostante le notevoli perdite subite a causa del trasferimento, già nel Seicento il patrimonio della biblioteca riprende a consolidarsi, grazie a rinnovati acquisti ed incrementi, arricchendosi ulteriormente alla fine del Settecento, grazie agli importanti fondi manoscritti e a stampa provenienti dalle soppresse corporazioni religiose. Fin dalla fine del Seicento la collezione viene inoltre affidata dai Duchi a bibliotecari, scelti fra i maggiori eruditi dell'epoca, realizzando un vero e proprio ordinamento bibliografico ed il primo catalogo. Tra gli altri, celebri, bibliotecari basti ricordare, negli ultimi decenni del Seicento, Giovanni Battista Boccabadati e Benedetto Bacchini e, nel Settecento, Ludovico Antonio Muratori e Girolamo Tiraboschi. Per iniziativa del duca Francesco III, nel 1764 la biblioteca viene aperta al pubblico e nel 1772 le si affianca la nuova biblioteca dell'università.
Acquisita dopo l'Unità dal nuovo governo nazionale, la Biblioteca Estense, trasferita nel 1882 nella nuova sede del Palazzo dei Musei (l'Universitaria la seguirà nel 1891), grazie al profondo legame che la unisce alla città di Modena ed al suo ambiente culturale, inizia ad arricchirsi di numerose e significative raccolte private, creando una consuetudine tramandatasi fino ai giorni nostri, mentre grazie alla normativa sul deposito legale, che le consente di ricevere per legge tutto quanto stampato sul territorio della Provincia, incrementa le raccolte di carattere "locale" e "minore". Unificatisi di fatto fin dal trasferimento nella nuova sede, i due istituti verranno fusi solo nel 1995, dando vita a quella che oggi è la Biblioteca Estense Universitaria.
Nelle tre giornate del Festivalfilosofia la Biblioteca Estense Universitaria osserverà i seguenti orari:
Venerdì 15 settembre ore 8.30-22.00
Sabato 16 settembre ore 8.30-22.00
Domenica 17 settembre: chiuso
Gallerie Estensi
Tel. 059 4395711
ga-esten@beniculturali.it
www.gallerie-estensi.beniculturali.it
Palazzo dei Musei, piano terra
Porta Largo Sant'Agostino 337
Ingresso libero e gratuito
La Gipsoteca è stata istituita nel 1984, in seguito all’acquisizione di un’importante raccolta di opere scultoree, pittoriche e grafiche dell’artista Giuseppe Graziosi (Savignano sul Panaro 1879 – Modena 1942) donata dagli eredi. Le opere plastiche provenienti dall’atelier del castello di Maranello, acquistato da Graziosi nel 1936, percorrono le fasi salienti della sua vicenda artistica, dall’iniziale adesione alle tematiche del verismo sociale alle ricerche espressive stimolate dall’esperienza diretta delle opere di Rodin, all’interesse per la vita e i personaggi del mondo contadino, uno dei temi fondamentali della sua produzione.
La Gipsoteca è il punto di partenza dell'itinerario cross mediale Graziosi around che, avvalendosi di una mappa e di strumenti web, offre un percorso originale per scoprire le opere e i monumenti dell'artista presenti nel centro storico (www.graziosiaround.it).
Apertura straordinaria a cura dei volontari del Touring Club Italiano.
Venerdì 15 ore 9.00 – 23.00
Sabato 16 ore 9.00 – 24.00
Domenica 17 ore 10.00 – 21.00
Tel. 059 2033101 / 25
Fax 059 2033110
www.museicivici.modena.it
museo.arte@comune.modena.it
Piazza Grande 17
Creata nel 2003 nel sottotetto del Palazzo Comunale, accudita attualmente dalla Consorteria dell'Aceto balsamico Tradizionale di Spilamberto, l’Acetaia Comunale ospita tre batterie: due più piccole, da sei botticelle ciascuna, che hanno preso i nomi dai fiumi Secchia e Panaro e una da dieci botticelle intitolata alla Torre Ghirlandina. Le tre batterie di botti inizieranno a produrre ABTM invecchiato dopo i 12 anni previsti dal disciplinare, , mentre per un ABTM che possa fregiarsi dell'aggettivo "extravecchio" si dovranno aspettare almeno 25 anni.
L'Acetaia ospita anche tre grandi botti barrique, le botti madre da 100 e 220 litri che servono ad batterie e che hanno preso il nome di Rezdore, e diversi oggetti legati alla cultura dell'aceto, tra cui quattro tragni, i tradizionali vasi in terracotta smaltata per conservare l'aceto.
Il progetto di sviluppo dell'Acetaia, messo a punto dal Comune di Modena per celebrare la cultura dell'Aceto balsamico tradizionale, prevederà in futuro anche l'acquisizione di una batteria di botticelle più antica e già avviata e la ristrutturazione di due sale del sottotetto della Residenza municipale, dove troveranno spazio pannelli espositivi e percorsi didattici.
Visite guidate gratuite – (Durata: 30 minuti circa)
Venerdì 15, sabato 16 e domenica 17:
dalle 9.30 alle 17.30
Ritrovo c/o loggiato primo piano del Palazzo Comunale.
E' necessario accreditarsi presso l'Ufficio IAT (Piazza Grande 14) il giorno della visita.
Sara possibile iscriversi fino ad esaurimento posti (max 20 persone per turno).
IAT - Ufficio Informazioni Turistiche
Piazza Grande, 14
Tel. 059 2032660
Fax 059 2032659
info@visitmodena.it
presso Istituto Superiore Corni
Largo Aldo Moro, 25
Ingresso libero e gratuito
Passeggiando lungo le vie della città è ormai raro scovare delle officine, dove arte e abilità manuali si incontravano, come quelle che caratterizzavano l’artigianato modenese fino alla prima metà del ‘900. Gli artigiani oggi si possono considerare veri e propri artisti che, con ingegno e passione, tengono vive le arti e i mestieri dei nostri avi lavorando i materiali con le tecniche di ieri. La mostra-laboratorio prevederà 4 aree tematiche (meccanica, tipografia, elettrotecnica e tessile) dove i visitatori, coinvolti da esperti del settore con dimostrazioni e racconti del vissuto reale, potranno riscoprire alcuni processi di creazione e ammirare in funzione quei macchinari delle officine di ieri, che oggi lasciano spazio a moderne industrie e tecnologie.
L’evento rientra nel progetto Idee Senza Tempo, iniziativa nata dalla collaborazione di enti modenesi per far riflettere sull’estrema importanza e attualità di idee del passato che hanno cambiato la storia e il nostro modo di vivere.
Venerdì 15 settembre ore 16.00 – 19.30
Sabato 16 settembre ore 15.00 – 19.30
Domenica 17 settembre ore 15.00 – 19.30
Associazione Amici del Corni
Largo Aldo Moro, 25 - 41124 Modena (presso IIS F. Corni)
Tel. 338 773 6584
info@amicidelcorni.it
www.amicidelcorni.it
APS iLab - il laboratorio delle idee
via bachelet 34/2 - 41126 Modena
info@ideelab.it
www.ideelab.it
Viale Caduti in Guerra, 127
Ingresso libero e gratuito
L’Orto Botanico dell’Università di Modena e Reggio Emilia è localizzato nell’area del centro storico della città di Modena. Fu costituito nel 1758, per volontà del Duca Francesco III d’Este, il quale dispose che una parte del Giardino Ducale fosse destinata alla “dimostrazione” delle piante medicinali. Nel 1765 si stabilì una “Cattedra Pubblica di Botanica a vantaggio della Facoltà Medica e dell’Arte Aromataria” affidata al Dottor Gaetano Rossi. Iniziarono poi le pratiche per la costruzione di una “stufa”, che consentì l’introduzione di piante esotiche accanto a quelle coltivate precedentemente, su progetto dello stesso Rossi affiancato dall’ingegnere di Corte, Pietro Termanini. Nel 1772, con la Grande Riforma Universitaria voluta da Francesco III, l’Orto Botanico passò sotto la giurisdizione dell’Università. Nello stesso anno “vennero determinate le aiuole destinate alla coltivazione delle piante officinali e fu compiuto lo scavo d’una ampia vasca nella regione situata verso mezzodì”, che doveva servire per l’irrigazione e per ospitare la flora acquatica. Dal 1772, con la Riforma Universitaria, la Botanica conquistò fisionomia propria come scienza.
L’Orto ha un’estensione di circa 1 ettaro e dispone di 300 metri quadri di superficie coperta per il ricovero e l’ostensione delle piante. Le principali attività che si svolgono all'interno dell’Orto Botanico sono intimamente legate all’espletamento della didattica e ricerca universitaria focalizzata sulle discipline botaniche. Inoltre, l’Orto Botanico è anche sede e organo promotore di numerose attività di carattere didattico, divulgativo e promozionale su tematiche in vario modo legate alla botanica ed alle piante, rivolte sia alle scuole che ad un pubblico più ampio di appassionati o semplici curiosi.
Apertura Orto
Venerdì 15 settembre ore 9.00 – 22.00
Sabato 16 settembre ore 9.00- 24.00
Domenica 17 settembre ore 9.00 – 20.00
Visite guidate
Alberi dell’Orto, alberi del Giardino
Piccolo viaggio per conoscere e riconoscere le piante legnose più importanti dell’Orto Botanico e del Giardino Ducale
Conducono: Daniele Dallai in collaborazione con Fabrizio Buldrini
A cura di: Orto Botanico
Venerdì 15 settembre ore 18.00
Sabato 16 settembre ore 18.00
Domenica 17 settembre ore 10.30; 18.00
Daniele Dallai – prefetto dell’Orto di Modena e ricercatore universitario. Si occupa della conservazione della flora locale ed è segretario del Gruppo SBI degli Orti Botanici Italiani.
Su prenotazione: tel. 059 2058270 – 059 2058264 (dal 1 settembre - dal lunedì al venerdì 9-17 e sabato/domenica del Festival)
Per ogni turno è possibile accogliere circa 25 persone - no in caso di maltempo
Orto Botanico - UNIMORE
Viale Caduti in Guerra, 127
41121 Modena
Tel. 059 2058270
www.ortobot.unimore.it
Ingresso da via San Pietro 7
Accesso dal Cortile della Spezieri
Ingresso ad offerta libera
Prossimi ormai al 500° della consacrazione, la Chiesa abbaziale e il Monastero benedettino dove sono in corso interventi di recupero, ha riallestito lo spazio già del secentesco scalone riordinandovi il patrimonio d’arte che l’Abbazia Benedettina ancora conserva e che negli ultimi anni è stato incrementato con importanti donazioni. Un patrimonio di particolare interesse ed ancora poco conosciuto che offre grandi sorprese. Ma soprattutto offre una nuova lettura sulla storia artistica di questo affascinante luogo che non finisce mai di stupire tanto da permettere di recente il ritrovamento dei resti dell’antica abbazia duecentesca.
Di fatto unito agli altri spazi della chiesa e del monastero,il museo abbaziale espone quelle opere provenienti dalla chiesa monastero stesso che tra la fine del ‘700 e la seconda metà dell’800 ha subìto ben due soppressioni seguite da una successione di riaperture e di chiusure che certo non hanno contribuito alla migliore conservazione delle opere qui rimaste. In parallelo non vanno dimenticati i contributi di alcuni monaci che proprio per recuperare l’antica identità del luogo hanno promosso e commissionato opere ed arredi o hanno saputo accogliere, come anche di recente, importanti donazioni.
Dopo il sisma del 2012 grazie all’attività del Centro Studi, istituito dall’attuale Priore, sono stati condotti e resi pubblici i primi studi sugli inventari del monastero e sulle note dei sequestri francesi relative agli arredi già dell’Appartamento dell’Abate.
Così si è ricostruita una nuova storia che parla di una collezione e di un museo nato anche da quei dipinti che dall’Abbazia furono prima trasferiti nei locali dell’Accademia di Belle Arti e poi venduti. Acquistati da Luigi Ceretti, figura all’epoca determinate per la gestione del patrimonio sequestrato, parte di questi passarono per eredità al prof. Scarpa, Rettore dell’Università di Pavia, ma per anni operante a Modena. Dall’importante raccolta nacque così la Pinacoteca Scarpa a Motta di Livenza(Treviso) andata dispersa nel 1895. E ritornando al nostro Museo Benedettino, è stato grazie proprio alla recentissima attività di ricognizione e di promozione a stimolare ulteriori donazioni con opere legate al mondo estense e ai suoi pittori, dal ‘Cinquecento al ‘Settecento, ma anche a quello romano che hanno fatto di questa esposizione un luogo da scoprire.
Apertura con visita guidata:
Sabato 16 settembre ore 15.30; 16,30; 18,00
Domenica 17 settembre ore 16.30; 17.30
Domenica pomeriggio per l’occasione sarà aperta anche la Spezieria Monastica.
Per informazioni:
Tel. 3286673338
lukeb70@virgilio.it
Largo Sant’Eufemia 19
Ingresso libero e gratuito
Le vicende che hanno accompagnato la storia del Museo Universitario GEMMA hanno inizio nel Settecento quando la Famiglia Estense decise di fondare un proprio Museo dedicato prevalentemente al regno minerale(1786). Donazioni e lasciti cominciarono presto ad arricchire il patrimonio museale che, nel 1846, venne definito come “gemma fra le più belle e munificenti istituzioni di S.A.R. Francesco IV”.
GEMMA è il nome oggi assegnato al Museo Universitario del Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche, che raccoglie collezioni storiche e recenti di minerali, rocce, meteoriti, carte, tra cui esemplari di grande valore per unicità, rarità e bellezza come il meteorite caduto ad Albareto di Modena nel 1766. Il Museo usa le proprie collezioni per promuovere la cultura scientifica all’interno di attività di ricerca e didattica e di iniziative di carattere educativo e divulgativo rivolte a qualunque tipologia di pubblico. Nel 2016 GEMMA è stato selezionato in ambito nazionale come esempio di “eccellente pratica nella relazione fra museo e paesaggio culturale”.
L’evento rientra nel progetto Idee Senza Tempo, iniziativa nata dalla collaborazione di enti modenesi per far riflettere sull’estrema importanza e attualità di idee del passato che hanno cambiato la storia e il nostro modo di vivere.
Orari di apertura al pubblico nei giorni del festival
Venerdì 15 settembre ore 14.00 – 18.00
Sabato 16 settembre ore 14.00 – 18.00
Domenica 17 settembre ore 10.00 – 13.00
Orari visite guidate
Venerdì e Sabato ore 14.30; 15.30; 16.30; 17.30; Domenica ore 10.30 - 11.30 - 12.30
Visite guidate gratuite – Durata: 30 minuti circa
Ritrovo: largo Sant’Eufemia 19, androne d’ingresso
A cura di: Milena Bertacchini, responsabile del Museo Universitario GEMMA
Possibile prenotazione. Numero massimo per turno: 20-25 persone
Museo Universitario GEMMA
Largo Sant’Eufemia, 19
Tel. 059 2055873
museo.gemma1786@unimore.it
www.museogemma.unimore.it
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