A cura di: Consorzio Creativo
Inaugurazione: sabato 16 settembre ore 18.00 alla presenza dell’artista
Alcuni scatti ci pongono davanti a una sottile contraddizione: la loro forma, sorvegliata e contenuta in una misura compositiva di proporzioni classiche, implica un sistema di visione barocco. Lo spettatore osserva lo sguardo del fotografo che ha registrato lo sguardo di uno o più soggetti sorpresi mentre guardano a loro volta un’opera d’arte o un paesaggio. Assorbiti dentro questa struttura en abyme è facile immaginare che alle nostre spalle, mentre stiamo di fronte a una di queste immagini, ci sia lo sguardo di qualcun altro intento a metterci in una prospettiva teoricamente infinita. Ma proprio quando pensiamo di essere imprigionati in un gioco di scatole cinesi, l’impressione è indebolita e contraddetta da altre fotografie, dove lo sguardo delle persone è meno concentrato e più sguardi seguono orizzonti diversi o si rivolgono in maniera franca all’obiettivo.
Quello che ci viene suggerito dunque non è tanto una riflessione sul guardare, ma piuttosto un teatro degli affetti dove va in scena una drammaturgia dedicata all’interazione tra spazio e figure. L’inquadratura determina i limiti dell’azione, l’intreccio è cristallizzato in un momento denso, il finale resta sospeso. Ogni fotografia dà conto di emozioni diverse e diverse congetture, ma tutte sembrano raccogliersi in un programma che daccapo evoca l’estetica barocca: il fin la meraviglia. Non quella che possa essere suscitata nello spettatore ma quella che spiamo nei volti, nelle posture, negli abbandoni dei soggetti rappresentati. È una meraviglia che abolisce ogni differenza tra l’interno di un museo, dove ci si aspetta di essere stupiti dall’arte, e il profilo di un sito industriale trasformato dalle circostanze in una veduta di Vermeer. Il tentativo è quello di trovare la grazia contenuta in ogni esperienza di bellezza vissuta da altri: è l’ambizione romantica, così ben descritta dalla parola sehnsucht, di ricordare con struggimento luoghi dove non si è mai stati e persone che non si sono mai conosciute.
Ernesto Tuliozi (Valeggio sul Mincio, 1954), architetto di formazione, si dedica allo studio dei metodi di catalogazione e conservazione del materiale fotografico storico, al cinema d’animazione, alla scenografia teatrale. Art director di diverse riviste, è cofondatore della casa editrice di libri fotografici Punto e virgola, creata e diretta da Luigi Ghirri. Inizia a fotografare nel 1981 indagando gli spazi urbani marginali e il paesaggio industriale. Nel 1983 espone al Forum Stadtpark di Graz nella collettiva ‘Penisola’ e dal 1984, con ‘Viaggio in Italia’, in varie sedi in Italia e all’estero. Nel 1985 è selezionato dal ‘Preis für junge europäische Fotografen’ di Francoforte. Nel 2013 espone alla 55esima edizione della Biennale d’Arte di Venezia; nel 2014, nella selezione ‘Modena e i suoi fotografi. Dal Dopoguerra agli anni Novanta’ di Fondazione Fotografia Modena.
Consorzio Creativo Associazione culturale promuove gli artisti di qualunque età e disciplina nella bottega di via dello Zono n.5 a Modena, dove vengono esposte le opere dei nuovi artigiani del pensiero e della fantasia
Orari di apertura durante il festivalfilosofia:
Venerdì 15 settembre ore 09.00 – 23.00
Sabato 16 settembre ore 09.00 – 23.00
Domenica 17 settembre ore 09.00 – 21.00
Consorzio Creativo Associazione culturale
Sede Legale Via Gaddi, 49
Spazio Espositivo Via Zono, 5
41121 Modena
Cell. 348 5832555
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Foto: Ernesto Tuliozi, Copenhagen, 2012
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