Il nome di questa giovane band significa “non buttarlo via”. Un’espressione tutta emiliana che per i quattro componenti del gruppo è un vero e proprio motto: quella che ora sul palco suona come una chitarra fino a pochi giorni prima era una scopa, il basso è stato realizzato con quello che restava di un asse da stiro e il suono che ricorda la batteria è quello che esce prepotente da bidoni recuperati in una discarica. Si tratta dunque di materiali portati a nuova vita per divenire degli strumenti musicali. I brani eseguiti sono anch’essi, per così dire, “riciclati”: la band esegue infatti cover dei gruppi più noti, dai classici del punk-rock, come i Clash, o dell’elettronica più raffinata, come i Depeche Mode, fino al miglior cantautorato italiano, con autori quali Conte e Battiato.