In che modo la negazione acquisisce un significato politico, garantendo la potenza vitale e affermativa della differenza e dell’articolazione, in contrapposizione alla totalità e alle verità totalitarie?
Roberto Esposito è professore emerito di Filosofia teoretica presso la Scuola Normale Superiore di Pisa. È tra i fondatori del Centro di Ricerca sul Lessico Politico Europeo e del Centro Internazionale per il Lessico Giuridico e Politico Europeo. Attraverso l’analisi critica delle categorie politiche elaborate dai classici del pensiero filosofico moderno (in particolare su individuo, persona, comunità, tra Machiavelli e Rousseau), nelle sue ricerche ha sottolineato i limiti del politico nell’età contemporanea, in quanto organizzazione che necessariamente si confronta con il carattere irriducibile della forma vivente. Con l’“Italian Theory”, indagando i caratteri del pensiero italiano nella sua relazione differenziale con altri filoni della filosofia europea, in particolare francese e tedesca, si è occupato di una ri-concettualizzazione del paradigma del politico, oltre ad aver affrontato il rapporto tra teologia e politica e ad aver proposto una filosofia del pensiero istituente. Tra i suoi libri: Le persone e le cose (Torino 2014); L’origine della politica. Hannah Arendt o Simone Weil? (Roma 2014); Da fuori. Una filosofia per l’Europa (Torino 2016); Politica e negazione. Per una filosofia affermativa (Torino 2018); Pensiero istituente. Tre paradigmi di ontologia politica (Torino 2020); Immunitas. Protezione e negazione della vita (Torino 2002, 2a ed. 2020); Istituzione (Bologna 2021); Immunità comune. Biopolitica all’epoca della pandemia (Torino 2022); Vitam instituere.Genealogia dell’istituzione (Torino 2023); I volti dell’avversario. L’enigma della lotta con l’Angelo (Torino 2024).
Ultimo aggiornamento profilo: 2024
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