Il tema della mostra si incentra sull’attività e sui meccanismi messi in atto, in particolare nel periodo della Controriforma, per educare e rieducare la popolazione stabilendo regole e istituendo censure. Si espongono documenti tratti dagli archivi di alcuni istituti religiosi femminili che sono conservati nell’archivio diocesano. Si propongono esempi di educazione femminile in ambito ecclesiastico e cittadino: contadina obbediente, saggia moglie, buona madre, suora esemplare; educande professe, converse, dame e damigelle; le regole dei conventi, gli statuti della città e delle confraternite. Attraverso la presentazione di alcuni libri tratti dalla biblioteca vescovile, conservata nelle sale dell’archivio, si potrà accennare alla censura ecclesiastica, al controllo sui testi sacri, sulle loro traduzioni e sui commenti ai testi, molto in uso nei monasteri.

Si utilizzano anche alcune stampe litografiche che permettono di illustrare e di suggerire, anche visivamente, le intenzioni e i significati didascalici dei committenti. Si sviluppa nella mostra il tema della censura e della educazione/rieducazione/dominio. Le macchine seguono e propongono delle regole, così come censura ed educazione cercano di rendere conformi alle regole, disciplinando in modo preciso ed esatto. Si rifletterà intorno al rapporto tra sottomissione e libertà, all’alienazione delle coscienze per rendere conformi alle regole. Accanto alla regola e, in parallelo, si accennerà, attraverso lettere e documenti, allo ‘scarto’ dalla regola.