Curatrice: Cristina Muccioli
Presentazione: venerdì 17 settembre ore 18:15 alla presenza dell'artista e della curatrice
La soggettività femminile è stata compressa e costretta in silhouettes e ruoli, persino corpi, modellati dall’esterno. Dalle convenzioni, da regole scritte e non scritte di atavica tradizione patriarcale. Quel che riprende voce oggi nelle donne, più un’istanza di diritti e tutele riconosciute, è una più basilare, sinora aggirata, domanda sull’identità. Chi siamo. Questa è la domanda. Ed è l’interrogativo che si pone l’artista Alessandra Calò, che sembra dipingere su pellicola. Mappe e cartine geografiche, recuperate con la cura dell’archeologo negli archivi della New York Public Library, fanno dell’alterità la sua intimità, la sua nuova libertà di esplorarsi, ‘viaggiarsi’ in maniera inedita, con l’incanto e la sorpresa che riserva ogni terra straniera insieme con la mancanza dei consueti e calcificati punti di riferimento.
Con le sue cartografie su epidermide, Alessandra Calò rende ibrida e fertile di possibilità l’identità dei soggetti fotografati, trascesi e dilatati in un paesaggio psichico di memoria attiva, allegorica e futuribile. Metafisici, ulteriori rispetto a ogni datità somatica rintracciabile, questi cesellati e poetici lavori fotografici sono paradossali: invece di fermare, di catturare come sempre si dice, l’attimo in un click, lo aprono, lo dischiudono.
‘Diventare’, che la grammatica ascrive all’intransitività, ammette qui un oggetto, si fa transitivo. Il soggetto può liberarsi dall’essere esito dei progetti sociali e culturali, delle costrizioni che il genere ha finito per imporre alle identità, per farsi autore di sé, demiurgo esplorante di sé. Un sé geograficamente sconfinato non perché gigantesco, ma perché tracima dolcemente, scavalla con grazia lo scontorno degli arti, il profilo del viso.
È negli oltrepassamenti che si diventa (se stessi). Nella stasi si resta quel che ci è stato assegnato, quel ci è stato concesso.
Alessandra Calò, artista e fotografa, sperimenta fin dall’inizio della sua carriera l’uso di nuovi linguaggi che le permettono di approfondire i temilegati alla memoria, all’identità e al linguaggio stesso della fotografia. Pratica dominante nel suo lavoro è la riappropriazione: ilrecupero e la reinterpretazione di materiali d’archivio attraverso i quali l’artista non intende attuare una rievocazione nostalgicadel passato ma proporre una nuova visione della realtà.
Ha partecipato a mostre e festival in Italia e all’estero: “Giornata del Contemporaneo” (Madrid), “Circulation(s) Festival de la JeunePhotographie Européenne” (Parigi), “LesRencontres” (Arles), “Fotografia Europea” (Reggio Emilia), “Open House” (Roma).Nel corso degli anni si è appassionata alle antiche tecniche di stampa fotografica su materiali alternativi, con le quali realizza veree proprie installazioni. Ha realizzato numerosi libri d’artista ed opere, alcune delle quali sono entrate a far parte di importanticollezioni e pubblicate su riviste di settore.Nel 2019 è menzione speciale al Premio Nazionale Marco Bastianelli con il libro Secret Garden (Danilo Montanari Editore);nel 2018 vince il premio editoriale Tribew nell’ambito del festival “Circulation(s)”; nel 2017 riceve la menzione d’onore da IPAInternational Photographic Award e nel 2016 vince il Combat Prize per la sezione scultura e installazione.
Tra le sue ultime esposizioni: Reconte-moi une histoire (2019, Istituto Italiano di Cultura, Parigi) Memorie. L’essere umano tra evocazione e ricordo (2019, Museo Civico Palazzo della Penna, Perugia); El jardín secreto (2018, Istituto Italiano di Cultura,Madrid); La fabriquedu monde (2018, Galeriedu Forum, Ginevra); The family of no man (2018, Voies Off, Arles); Kochan(2018, GalerieLeCentquatre, Parigi).
Orari durante il festivalfilosofia:
Venerdì 17 settembre ore 9.00 – 23.00
Sabato 18 settembre ore 9.00 – 23.00
Domenica 19 settembre ore 9.00 – 21.00
Luogo:
ArteSì Galleria d’Arte Contemporanea
Via Fonte D'Abisso, 10
41121 Modena
Tel. 338 6764679 | www.artesimodena.com
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