Quando anche lo statuto di vittima può non conferire di per sé il certificato di innocenza, è possibile rimanere fedeli al paradigma “dostoevskijano” del male?
Simona Forti è professoressa di Filosofia politica presso la Scuola Normale Superiore di Pisa. Ha insegnato a lungo Storia del pensiero politico contemporaneo presso l’Università del Piemonte Orientale, dove ha diretto anche il Centro di ricerca sulla Biopolitica BIOS. È stata visiting professor presso la Columbia University e Fulbright Distinguished Chair Professor presso la Northwestern University. Nei suoi studi ha ricostruito la struttura filosofica di alcune delle maggiori questioni politiche del Novecento e dell’epoca presente. Dopo aver dedicato numerosi lavori al fenomeno del totalitarismo (anche tramite l’analisi del pensiero di Hannah Arendt), si è occupata di ricostruire le implicazioni della biopolitica e del biopotere, indagando e rivisitando le categorie del politico. Tra i suoi libri: Il totalitarismo (Roma-Bari 2001); La filosofia di fronte all’estremo. Totalitarismo e riflessione filosofica (a cura di, Torino 2003); Paranoia e politica (a cura di, con Marco Revelli, Torino 2007); I nuovi demoni. Ripensare oggi male e potere (Milano 2012, di cui un’edizione ampiamente rivista è pubblicata dalla Stanford nel 2015); Totalitarianism. A Borderline Idea in Political Philosophy (Stanford, CA 2024).
Ultimo aggiornamento profilo: 2024
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