C’è un calciatore che più di ogni altro è parso cadere più volte sotto il peso della propria psiche, quasi sprofondare e cercare il modo, con fatica sempre maggiore, di rialzarsi di nuovo. È come se dalla propria vita Paul Gascoigne abbia tratto un gioco, pericolosissimo e probabilmente senza possibilità di vincere. Forse per questo i suoi successi sportivi non sono neppure paragonabili all’affetto che la gente ha espresso nei suoi confronti.
Nelle infinite partite giocate da bambino sull’asfalto di Dunston, Gascoigne cercava di imitare le movenze di George Best:non sapeva che, come lui, avrebbe esaltato la working class e irritato conformisti e benpensanti, scatenando anche un affetto iconoclasta capace di coinvolgere gli intellettuali.

Questo spettacolo indaga sultalento puro e travolgente di un calciatore gigantesco, capace di produrre giocate sublimi e un continuo stupore che, forse, neppure era in grado di concepire; ci porta a scrutare, dietro le espressioni da clown, i suoi occhi velati e lucidi, che sembrano sempre trattenere il pianto. È la storia di un campione che non ha mai fatto vincere nulla alle squadre in cui ha giocato. Ma le ha fatte sempre sognare.