Fabrizio cerca di evadere dall'ambiente borghese della sua città, Parma, per indirizzarsi verso l'impegno politico (ha simpatie per il PCI). Per questo motivo lascia la fidanzata Clelia, che gli è stata imposta dalla sua famiglia. Il suicidio di uno dei suoi amici più cari provoca in lui una profonda crisi, che solo Gina, una sua giovane zia milanese venuta a curarsi un esaurimento nervoso, riesce a comprendere. Tra i due sboccia un'intensa relazione d'amore, che si esaurisce con il ritorno di Gina a Milano. Per Fabrizio è atteso il ritorno all'ordine, con il rientro nell'ambiente sociale e il matrimonio con Clelia. Il film è l'analisi di una sconfitta di un uomo e, per estensione, di una classe e di una ideologia: i condizionamenti sociali alla fine hanno il sopravvento e Fabrizio rimane al "prima della rivoluzione". Film autobiografico, che si richiama esplicitamente alla "Certosa di Parma" di Stendhal. è opera già complessa e matura di Bertolucci ventitreenne e omaggio al cinema (Rossellini, Hitchcock, Godard), con stile alla Nouvelle Vague e musiche di Morricone (cantate da Gino Paoli). Gato Barbieri improvvisa al sax. Il film si apre con la frase di Talleyrand: "Chi non ha vissuto negli anni prima della Rivoluzione non può capire cosa sia la dolcezza del vivere ".
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