L uomo nell età della tecnica
Umberto Galimberti

L'uomo nell'età della tecnica

Conduce:
Domenica 17 settembre 2006

Pensare la tecnica nel mondo attuale significa confrontarsi con il fatto che, se da un lato essa costituisce un elemento specifico della natura umana, come dimensione compensatoria alle sue carenze istintuali, dall'altro però ha dato origine ad uno sviluppo straordinario, che obbliga a revisionare le nostre categorie umanistiche. A questo proposito, Umberto Galimberti ha invitato a considerare come siano proprio la scienza e la tecnica a costituire l'essenza dell'umanesimo, soprattutto a partire dal Seicento quando con la rivoluzione scientifica l'uomo diventa dominatore e possessore del mondo, dando avvio a un progresso inarrestabile. Umberto Galimberti, in particolare, legge la situazione attuale a partire dall'interpretazione del concetto di "strumento" svolta da Hegel, il quale ha affermato che quando avviene un aumento in quantità degli strumenti, si assiste anche a una variazione qualitativa, secondo la quale la vera ricchezza viene a essere identificata nella disponibilità dello strumentario tecnico e non nei beni da esso prodotti. E così, oggi, se la tecnica è diventata la condizione universale per realizzare qualsiasi scopo, essa non è più un mezzo nelle mani dell'uomo ma il primo scopo, addirittura il primo soggetto, perché senza di essa gli scopi sono irrealizzabili.
In questo senso Umberto Galimberti sostiene stia avvenendo una trasformazione radicale degli scenari in cui viviamo. L'ambito politico, innanzitutto, non è più pensato come il luogo della decisione, dal momento che questa si è piuttosto spostata all'apparato tecnico che conferisce potere a qualsiasi operatore che agisca in esso, il potere di sottrarsi al loro intervento, pena il blocco dell'intero sistema produttivo. La tecnica modifica, poi, anche la morale, perché essa non guarda alle intenzioni, ma agli effetti, anche se poi questi sono imprevedibili; non ha scopi, ma competenze e tende unicamente all'autopotenziamento. In questo quadro, l'uomo non è il fine della tecnica, anzi è l'elemento più irrazionale dell'apparato, perchè non è perfetto come una macchina e anzi, come dice Günther Anders, si vergogna della propria insufficienza, dei propri tratti antropologici, che sono disfunzionali alla razionalità della tecnica.
Inquietante, però, ha concluso Umberto Galimberti, non è solo, come ha sostenuto Heidegger, che il mondo diventi un unico enorme apparato tecnico: ancora di più è il fatto che non siamo affatto preparati a questa radicale trasformazione del mondo e che non ci siano alternative al pensiero tecnico.

Umberto Galimberti  è professore emerito di Filosofia della storia presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, dove ha insegnato anche Psicologia dinamica, Filosofia morale e Antropologia culturale. Esperto di Karl Jaspers, di cui ha tradotto diversi testi, si è occupato anche del pensiero di Martin Heidegger e Carl Gustav Jung, dei legami tra psicopatologia e filosofia, di psichiatria fenomenologica, dei limiti della psicoanalisi e di pratica filosofica. Fissando il proprio sguardo sui confini tra ragione e follia, nei suoi studi ha indagato con metodo genealogico le nozioni di simbolo, corpo e anima, rendendo visibili le tracce del sacro che persistono nella nostra civiltà dominata dalla tecnica e dedicando studi al disagio giovanile nell’età del nichilismo. Recentemente, ha pubblicato alcuni volumi che si rivolgonoad un pubblico di giovani, con un’opera di adattamento delle parole della filosofia. Ha collaborato con “La Repubblica” ed è presente nel dibattito pubblico. L’editore Feltrinelli pubblica l’edizione delle sue Opere, tra cui alcune sono state tradotte in francese, tedesco, olandese, spagnolo, portoghese, sloveno, ceco, greco e giapponese. Tra i suoi libri: Eros e psiche (Milano 2012); Giovane, hai paura? (Venezia 2014); La parola ai giovani. Dialogo con la generazione del nichilismo attivo (Milano 2018); Avventure e disavventure della verità (Nocera inferiore SA 2018); Nuovo dizionario di psicologia, psichiatria, psicoanalisi, neuroscienze (Milano 2018); Heidegger e il nuovo inizio. Che cosa significa pensare (Milano 2020); L’età della tecnica e la fine della storia (Napoli-Salerno 2021); Il libro delle emozioni (Milano 2021); La condizione giovanile nell’età del nichilismo (Napoli-Salerno 2022); L’etica del viandante (Milano 2006 e 2023); Le grandi domande. Filosofia per giovani menti (con Luca Mori, Milano 2024).

 

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