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23/07/2024 - 2 CS Le lezioni magistrali del festivalfilosofia 2024: tra psichico e politico

Festivalfilosofia 2024: tra psichico e politico

Nelle piazze e nei cortili del festival si discuterà della ridefinizione dei confini tra mentale e sociale, delle pratiche con cui costruiamo la nostra immagine e la nostra personalità, delle relazioni tra coscienza, mente e cervello, e delle traiettorie culturali dell’idea di anima

 

L’edizione 2024 sarà dedicata alla questione della “psiche”. In 52 lezioni magistrali si ricostruirà criticamente la condizione del Sé in un’epoca di estrema individualizzazione, nella quale i singoli cercano da soli le vie di salvezza nel mondo. Si tratta di una parola dalla lunga storia, che a lungo si è tradotta come “anima”: si ricostruiranno i lessici della dimensione psichica misurando le connessioni anche con le problematiche della coscienza e del corpo, alle frontiere della ricerca scientifica, sollevandone le implicazioni filosofiche di senso. La questione psichica evidenzia l’intensificarsi di un disagio che determina emergenze collettive e chiama a interventi nelle istituzioni della società, sul confine che connette salute, benessere e cittadinanza. Si esploreranno inoltre vari piani che vanno dalle tecniche del Sé alla molteplicità delle condotte di vita, segnalando le conseguenze del cercare risposte singolari a questioni collettive. Strutturato per gruppi di questioni, il programma filosofico porterà pertanto in primo piano un lessico concettuale a più voci nel quale si confronteranno prospettive filosofiche plurali e talora in contrasto.

 

  1. Politica. Il mentale e il sociale

Una prima pista discute la riconfigurazione dei rapporti tra mentale e sociale nella società contemporanea, a partire dal quadro ricostruito da Alain Ehrenberg. Qui si trova il contesto che spiega la rilevanza politica del tema scelto per il 2024, perché la nuova relazione tra lo psichico e il politico ha vaste implicazioni rispetto alla questione più generale dei rapporti tra individui e comunità, come emergerà negli interventi di Marcella D’Abbiero e Tonino Griffero. Tale legame non è esente da rischi, e prende spesso, anche se non necessariamente, forme patologiche e alienate di cui il Novecento politico ha offerto un repertorio emblematico che non sembra essersi ancora esaurito: con accenti e focalizzazione differenti ne parleranno Simona Forti, Rahel Jaeggi e Stefano Massini (quest’ultimo nella Lectio “Gruppo Aimag”). Sul piano teorico, è in atto uno slittamento dalla “biopolitica” (potere sulla vita) alla “psicopolitica” (potere sulle coscienze), che corrisponde alla progressiva psicologizzazione dei legami sociali, ossia al peso delle emozioni nella costruzione dell’immagine di Sé.

Verrà ricostruita la traiettoria che si può sintetizzare come il passaggio “da Edipo a Narciso”, ovvero l’emersione di patologie dell’identità, più legate allo status sociale e morale, cioè al riconoscimento, rispetto alle patologie nervose di cui si occupavano Freud e la psicanalisi classica: sarà per esempio argomento della lezione di Vittorio Lingiardi. Assieme a una ricognizione sulla salute mentale pubblica, come nel caso di Jessica Mariana Masucci, l’esplorazione dei confini tra mentale e sociale condurrà anche a un’analisi della relazione concettuale tra salute e benessere, con Elisabetta Lalumera, e a una discussione del ruolo di cura e prossimità nella società del “capitalismo emozionale”, come farà Estelle Ferrarese (Lectio “Coop Alleanza 3.0”). La trasformazione complessiva dell’offerta di cura psichica, nelle sue conseguenze teoriche e sociali, sarà argomento della lezione di Simona Argentieri.

Sarà occasione anche per discutere le politiche dell’emotivismo collettivo e le fluttuazioni dell’opinione che contraddistinguono in particolare la dinamica social, ma non solo: sono i temi degli interventi di William Davies e Massimiliano Panarari (Lectio “Confindustria Emilia Area Centro”).

I malesseri che affliggono individui e società in un’epoca che pare all’insegna dello scontento, con le passioni del rancore che divorano i legami, saranno oggetto della lezione di Marcello Veneziani.

In un appuntamento fuori categoria che costituisce a un tempo un omaggio e un percorso paradigmatico nella relazione tra psichico e politico, paradosso e legge, Massimo Cacciari e Natalino Irti ripercorreranno temi e testi dell’opera di Franz Kafka (letture di Valter Malosti).

 

  1.  Esistenza. Etiche del Sé

Una seconda pista discende dalla prima e riguarda le diverse etiche del Sé che caratterizzano la società individualizzata, per ricostruire il luogo dove alberga Psiche, come nella lezione di Umberto Galimberti.

Ciò richiede un’operazione di genealogia culturale per inquadrare il contesto nel quale si è compiuta la rivoluzione della psicanalisi, con la teoria del soggetto e dell’inconscio che hanno sovvertito il modo in cui la ragione filosofica aveva fino ad allora presentato questa dimensione. A questa vera e propria invenzione culturale dell’inconscio è dedicata la lezione di Massimo Recalcati (Lectio “Rotary Club Gruppo Ghirlandina”), mentre Andrea Cavalletti ricostruirà una storia culturale – tra psicologia, medicina e psichiatria – nella quale nell’Ottocento emerge un carattere radicalmente duplice del soggetto. Un lato oscuro della teoria freudiana è certamente la questione di genere: alle parzialità della psicanalisi nei confronti delle donne è dedicata la lezione di Silvia Lippi.

Interessano qui le diverse pratiche e i dispositivi mediante i quali costruiamo la nostra soggettività, sottoponendoci a forme di esercizio e allenamento. Questa edificazione del Sé  sarà delineata per esempio da Salvatore Natoli sottolineando la necessità di una nuova genealogia della morale. Queste pratiche possono avere una dimensione mistica o fondarsi su forme di attenzione filosofica, come sosterranno rispettivamente Marco Vannini e Luigina Mortari. Tuttavia questo allenamento per divenire se stessi non è mai pienamente autonomo, ma sempre anche, in diversa misura, etero-diretto, perché necessita del riconoscimento e dello sguardo altrui: pare che sempre più chiediamo agli altri di dirci chi siamo (come sosterrà Michela Marzano nella sua Lectio “BPER Banca”), con conseguenze che possono anche essere infernali, come emergerà dalla lezione di Barbara Carnevali. Questo sistema di aspettative su cui si fondano le nostre dinamiche psichiche affonda le sue radici in un substrato fenomenologico fondamentale per la filosofia del Novecento, condensato nelle teorie dell’angoscia di cui parlerà Stefano Micali.

Particolare attenzione occorre dare a una fase cruciale della crescita e della nostra costruzione di un Sé adulto: la strettoia dell’adolescenza, il passaggio decisivo verso l’età adulta, pone interrogativi urgenti e chiama a responsabilità nuove, come mostrerà Matteo Lancini.

 

  1. Coscienza. Dal Cogito al cervello

Una terza pista ricostruisce il fronte filosofico e scientifico dello statuto della coscienza, tracciando la traiettoria moderna che dalla nascita cartesiana dell’idea di certezza ed evidenza del Sé conduce fino alla teoria della mente, alle scienze cognitive e al dibattito sul cervello come organo della coscienza. Due lezioni fissano il quadro teorico di questo immenso passaggio culturale: Anil Seth, nella Lectio “Gruppo Hera”, discuterà la relazione tra vigilanza, coscienza, percezione, presenza a se stessi in una chiave neuroscientifica, mentre Thomas Fuchs metterà a frutto gli strumenti della psicologia fenomenologica per indicare la relazione olistica che si stabilisce tra cervello e ambiente, mente e materia.

Interessano in questa chiave gli stati di coscienza, soprattutto nell’analisi di alcuni casi-limite. La questione ha a che fare anche con l’evoluzione delle tecnologie diagnostiche, come mostrerà Daniela Perani, oltre che con le diverse mediazioni tecnologiche che impattano sui nostri sistemi percettivi, come nella lezione di Antonio Somaini. Su un piano epistemologico, la questione della relazione tra mente e percezione è peraltro un tema classico, racchiuso nel dibattito sul “mentalismo logico” di cui parlerà Nicla Vassallo. All’intreccio tra mente, tecnologie e percezione, con la questione se le macchine possano essere coscienti, è dedicata anche la lezione di Maurizio Ferraris.

Il tema della coscienza riguarda inoltre un piano evoluzionistico. La questione del sentire che è alla base dei processi di coscienza è propria anche di microorganismi con sistemi nervosi poco complessi e cervelli miniaturizzati, come mostrerà Giorgio Vallortigara, indicando un minimo comune denominatore tra forme di vita poste agli estremi della scala evolutiva. Nel caso delle varie specie di Homo, viceversa, i processi di encefalizzazione sono un indicatore fondamentale per apprezzare la variabilità tra i nostri “antenati”: è il tema della lezione di Giorgio Manzi.

 

  1. Anima. Tra spirito e materia

Una quarta pista, concepita come traccia genealogica, risale all’idea stessa di anima (o psyché), nel suo ruolo di mediazione tra spirito e materia, visibile e invisibile. Se ne ricostruirà il quadro classico e arcaico, come faranno Giulio Guidorizzi e Ivano Dionigi, con interventi dedicati rispettivamente alla trasformazione del significato greco di psyché da soffio vitale ad anima, e alla duplicità concettuale che in latino distingue “animus” (concetto psichico) e “anima” (principio vitale).

Sul terreno biblico Enzo Bianchi discuterà una teologia dello spirito come potenza che “soffia dove vuole”. In una ricostruzione ermeneutica dell’episodio di Giacobbe e del suo enigmatico avversario, Roberto Esposito ricostruirà il significato concettuale e culturale di questo evento, inteso come paradigma di un conflitto intrapsichico tra il Sé e la sua ombra.

In campo comparativo, con affondi nella storia delle religioni e nell’antropologia culturale, la questione dell’anima e di psiche verrà delineata nella memoria egizia (con una lezione di Christian Greco sull’iconografia dell’anima e dei viaggi ultraterreni) e nella tradizione induistica (con un intervento di Giuliano Boccali su una favola che costituisce il corrispettivo induistico del racconto di Amore e Psiche).

Nel quadro moderno queste traiettorie si riconfigurano: in questa chiave Fulvio Ferrario discuterà il contesto protestante relativo a peccato originale e libertà di coscienza, mentre Francisco Jarauta dedicherà una lezione alla tonalità malinconica dell’anima che pervade molta arte rinascimentale e post-rinascimentale. In un’incursione sul terreno letterario, Gaspare Polizzi discuterà le categorie di “spirito”, “corpo” e “mente” che caratterizzano l’opera di Paul Valéry e la sua emblematica correlazione tra arte, filosofia e scienza.

Tale operazione di ricollocazione del tema consente di apprezzare appieno una tendenza rilevante dell’antropologia contemporanea, che va in cerca di contesti, pratiche e comunità nelle quali i confini tra natura e cultura, umano e animale, spirituale ed ecologico, sono tracciati in modo non conforme con quanto rappresentato nella modernità cartesiana. In questo si osservano analogie con le tradizioni filosofiche panteistiche di cui parlerà Emanuele Dattilo. Non mancherà un’analisi critica dei modi in cui il pensiero nativo viene integrato in proposte di spiritualità nelle quali sembra perdersi il contesto originario di riferimento di certe pratiche, tra sciamanesimo e promesse di guarigione: sarà questo l’argomento della lezione di Stefano De Matteis.

Alla membrana che separa la realtà dall’immaginazione, ossia l’esperienza onirica, è dedicato l’intervento di Umberto Curi che metterà in rilievo come il lavoro del sogno sia manifestazione e consolidamento del vissuto.

  1. Lezioni dei classici

Completerà come di consueto il programma filosofico la sezione “Lezione dei Classici”: grandi interpreti del pensiero filosofico discutono le opere che hanno maggiormente segnato la riflessione sul tema “psiche”. Si tratterà di un percorso attraverso diversi snodi legati alla costruzione dell’io e del soggetto, da quelli che inaugurano la modernità, come nel caso di Montaigne (con la lezione di Nicola Panichi) e di Cartesio (con quella di Antonella Del Prete), alla riattivazione filosofica dell’idea di spirito in Hegel (nella lezione di Gianluca Garelli). L’intervento di Ingrid Basso sull’idea di angoscia di Kierkegaard introduce all’attenzione verso i fenomeni dell’esistenza individuale. Mentre la lezione di Armando Savignano su María Zambrano è dedicata a un’importante rielaborazione del sapere teologico e filosofico, quella di Judith Revel su Foucault presenta uno dei più importanti dispositivi di pensiero per elaborare la dimensione sociale e istituzionale dei saperi medici e psichiatrici.

Accostate alle diverse lezioni di impostazione storica presenti nel programma, le Lezioni dei classici compongono un quadro genealogico per misurare le trasformazioni dell’idea di psiche.